Tra distanza e contatto. I corpi sfocati di Compagnia Zappalà Danza

Gli innamorati sono spesso allo specchio, conformi, si doppiano, si seguono, si spaiano. In una successione musicale inconsueta che va dai Pink Floyd a Sergej Prokof’ev, si costruisce una coreografia a due, fatta di contatto e distanza, quella distanza che rende sfocata la visione dei corpi. L’attacco è affidato agli ultimi giochi d’infanzia: Romeo sonda lo spazio a lato del palco con una maschera da sub, Giulietta incurante pedala sulla sua bicicletta a rotelle. Sono gli ultimi svaghi prima della vampa amorosa e dell’incedere del destino.
Della tragica vicenda d’amore rimangono solo pochi momenti riconoscibili: la festa in maschera, pregna di una giocosità fresca su un dolce mambo da balera di Luigi Tenco, e la morte, un lungo struggimento finale, che lascia i corpi esanimi su un crescendo potente che avvolge e preme il petto dello spettatore. Al contrario dell’originale shakespeariano non c’è dunque nessuna faida tra famiglie, la storia è solo fatta per due. Il resto non è citato, come a dire che è solo il corpo degli amanti innamorati a volersi fare racconto in danza, poiché è l’unica cosa che conta. I due giovani sono sfocati, come dice lo stesso Zappalà, perché non capiti, fuori tempo, fuori luogo e quindi spaesati. Nulla è didascalico. La storia dei due amanti veronesi è lontana.
Con questa nuova produzione Roberto Zappalà, coreografo catanese e fondatore della compagnia che porta il suo nome, ritorna su un titolo già coreografato nel 2006. Questo nuovo Romeo e Giulietta 1.1. sottotitolato La sfocatura dei corpi, si inserisce in un percorso antologico di rifacimento di produzioni passate. Il gruppo di danzatori riprendendo tale spettacolo si pone inevitabilmente in dialogo alla celeberrima tragedia elisabettiana. La riflessione che si fa strada è quindi relativa a come un’opera mitica, ma datata, possa essere ancora attuale, rinascendo ancora per essere apprezzata come gesto, movimento e danza.
Le emozioni sono miste, si parte da uno spaesamento iniziale per arrivare infine allo struggimento, il tutto immerso in una certa incomprensibilità poiché non tutto ci arriva diretto e univoco. Si hanno in testa numerose immagini di “Romei” e di “Giuliette”, altri balletti, alcuni film, ma quelli che vediamo non coincidono con questi, siamo in un certo modo anche noi pubblico sfuocato e loro altrettanto ai nostri occhi, è questo lo spaesamento, il dubbio che lascia questa visione, che è allo stesso modo piacevole e sorprendente.
Il lavoro di Roberto Zappalà Giulietta e Romeo 1.1. La sfocatura dei corpi mostra una ricerca sulla danza e sul movimento molto interessante, decisamente in chiave contemporanea, che ha in sé il classico e la fuoriuscita verso un altrove che è gesto quotidiano fatto di elaborazioni e impulsi, reso raffinato e propriamente estetico, ovvero riconoscibile come danza d’arte.
Valentino Bettega